Milan

Milan e Tonali quasi campioni, bravi Ancelotti e Braida

É stata una settimana a tinte rossonere, all’insegna del Milan. É cominciata con la vittoria de La Liga da parte del Real Madrid firmato Carlo Ancelotti, di cui avevamo già scritto la scorsa settimana (PREMI QUI). Carlo Magno con la sua armata ha, poi, sconfitto l’isterico Pep, in Champions League, favorito dal pronostico dei maghi del pallone. Ha raggiunto la sua quinta finale. Se ci fosse stata ancora la regola dei gol fuori casa, il Real Madrid avrebbe vinto già al novantesimo. Ha fatto 6 gol alla difesa meno battuta d’Europa. Hanno vinto i fuoriclasse e la storia contro l’alchimia. Ora avrà il Liverpool. Corsi e ricorsi di una vita al Milan.

Guardiola è stato eliminato 11 volte dalla Champions League, 8 subendo tanti gol in pochi minuti:

  • 2010 – 2 in 13 minuti
  • 2014 – 3 in 18
  • 2015 – 3 in 17
  • 2017 – 2 in 8
  • 2018- 3 in 19
  • 2019- 2 in 3
  • 2020- 2 in 8
  • 2022- 3 in 6

Per quanto reputi sempre una forzatura l’analisi calcistica troppo cervellotica, a domanda ho provato a dare una risposta: perché?

Penso che Guardiola tolga troppe responsabilità ai propri calciatori. Sono concentrati sulle cose che devono fare e, quando vanno in difficoltà, pendono dalle labbra di Pep. Sono delle pedine. Mentre li riorganizza vanno in tilt e prendono un sacco di gol.

Un pensiero, poi ripreso da molti, che, al solito, mi ha fatto ricevere qualche insulto dagli integralisti di Pep. Lungi da me criticare un filosofo che ha influenzato e cambiato il calcio. Premesso questo (ormai in Italia se non premetti qualcosa non sei nessuno e non ti fanno parlare, N.d.R.), come si parla bene di Guardiola è doveroso anche criticarlo, se necessario.

Ho sempre l’impressione, da lui e da chi ne parla, che si tratti del Guardiola F.C., non di una squadra di calcio e del suo allenatore. Come se i calciatori del City non fossero importanti. La Playstation. Evra, che ho scoperto pensarla come me, su PRIME, ha aggiunto anche un aneddoto legato ad Henry: «Sostituito nonostante avesse segnato perché non faceva quanto gli aveva ordinato Guardiola». Io non amo molto gli allenatori troppo cervellotici, quelli con i loro calcio sempre in bocca. Credo sia un mio limite. Ancelotti ha spiegato la partita a Clarence Seedorf:

«Ho tolto Modric, Kroos e Casemiro perché la partita tattica era finita, avevo bisogno di energia. I calciatori che finiscono la partita spesso sono più importanti di chi la comincia».

Camavinga e Rodrygo, hanno svoltato il match. Un 2001 e un 2002 entrati in campo

Hanno ben uno e due anni meno di Sandro Tonali; due e tre meno di Rafael Leâo. Simboli del Milan giovane che ha, ormai, 3/4 di Tricolore cucito sul petto.

Lo dico perché sarebbe anche ora di finirla con questa cosa che in Italia sei un giovane architetto di 50 anni.

Sandro Tonali mi è sempre piaciuto, non l’ho mai nascosto. Quando giocava a Brescia mi piaceva perché aveva movenze tipiche di un calcio che non c’è più. Spero sempre, per lui e per il calcio italiano, che vada all’estero, cresca in mezzo ai fuoriclasse e insegni di nuovo ai nostri a giocare a calcio. Lo so, è un pensiero impopolare, ma ho visto troppe giovani promesse appassire in Italia negli ultimi anni. Lo vedrei al Bayern Monaco, ad esempio. É un mio limite. Gli altri venivano da noi a imparare e oggi…


Rafael Leâo, al contrario, rappresenta il calciatore moderno: strafottente, altezzoso, fumoso. Ha un sacco di qualità: è veloce, fa i numeri da Playstation, fa i dischi Rap, ha il sorrisino da trapper sempre stampato in viso… ma non mi piace. É un mio limite.

S’invertono i ruoli: il secondo fa due assist e il primo fa due gol.

Il Milan sfata Verona e chiude la settimana rossonera. Ora è davvero a un passo dallo Scudetto.

Una Serie A che tutti si affanno a definire di basso livello, per cui sarebbe una vittoria che non conta. La vittoria conta eccome! Vincere uno Scudetto è sempre vincere uno Scudetto! É il coronamento di una lunga corsa. Il livello è basso, è vero, parliamo di una Nazione che non partecipa ai Mondiali da 16 anni. Il Milan, però, non è solo all’altezza dell’Inter, gli è addirittura superiore di due punti e uno scontro diretto.

Questo per mettere in chiaro come la penso a proposito di chi definisce l’eventuale successo del Milan: un miracolo. Dopo due anni non lo chiamerei: miracolo. Il Campionato, poi, è palesemente falsato dalla Lega e dalla FIGC, come sostengo da inizio anno, a causa della decisione di pilotare il sorteggio e della mancanza di una linea coerente nella gestione Covid. I recuperi sono stati ridicoli. Questo, però, è un altro discorso e non influisce sui meriti del campo.

Al Milan manca l’ultimo ostacolo, all’Inter la speranza di un miracolo. Sarà poi festa Scudetto, comunque a Milano e con il caso:


A due settimane dalla fine del campionato è emerso un problema non da poco, relativo al giorno destinato ai festeggiamenti dei futuri campioni d’Italia. La Lega aveva intenzione di anticipare Sassuolo-Milan e Inter-Samp, ovvero le partite dell’ultima di campionato, a sabato 21 maggio (ore 15). In modo da poter permettere i festeggiamenti ufficiali – a prescindere dai vincitori – la domenica a San Siro.

Lo scoglio, insormontabile, è stato il concertone organizzato da Radio Italia in piazza Duomo a Milano proprio nella giornata di sabato. “Conflitto” evidente, così come evidenti sarebbero i problemi di ordine pubblico con una delle due tifoserie in centro a festeggiare e piazza Duomo, abituale palcoscenico per celebrare i trionfi sportivi, inaccessibile.

E allora dal Ministero dell’Interno è partita una comunicazione diretta alla Lega in cui si chiedeva di valutare la possibilità di calendarizzare gli impegni delle milanesi per la giornata di domenica 22. Risposta? Affermativa, con orario – non ancora ufficiale – di inizio partite alle 15. Una soluzione pensata per poter permettere i festeggiamenti a San Siro. In questo caso nel giorno stesso di partita.

Ovviamente nessun problema se lo scudetto fosse nerazzurro, dal momento che giocherà in casa l’Inter. Ben diversa la logistica se a vincere il titolo fosse il Milan, impegnato a Reggio Emilia.

In pratica l’idea sarebbe di far affluire i tifosi del Milan una volta svuotato il Meazza nerazzurro.

Non il massimo, anche in questo caso, se restiamo nell’ambito dell’ordine pubblico. Aggiornamenti nei prossimi giorni, i contatti tra club e questura sono continui e al momento non c’è ancora nulla di deciso.

Gazzetta dello Sport

Che sia Milan o Inter a vincere la Serie A, l’Albo d’Oro degli ultimi 30 anni, non racconta storie molto diverse da Bundesliga e Ligue 1, definite a furor di popolo: noiosissime.

Tolta la parentesi delle due romane a cavallo del Giubileo, dal 1992 ad oggi, hanno vinto solo Milan, Inter e Juventus.

I successi del Milan degli ultimi 30 anni sono legati alla presidenza Berlusconi. Due sono stati gli uomini più rappresentativi: Adriano Galliani e Ariedo Braida.

Oggi a capo dei progetti di Monza e Cremonese. Se la sono giocata fino all’ultimo respiro. Il primo, sempre al fianco del Silvio, è finito ai Playoff nella Fatal Perugia (la magia del calcio, N.d.R.); il secondo ha fatto il miracolo con la Cremonese dei giovani italiani.

Non ci si abitua mai a vincere. Quando sono arrivato a Cremona la squadra era ultima e ora festeggia la promozione in Serie A. Questo risultato ha un solo nome ed è quello del Cavalier Giovanni Arvedi. Se lo merita per tutti i grandissimi sforzi che ha fatto fino ad ora e per quel sentimento che non è mai mancato. Era il suo sogno conquistare la Serie A e lo ha realizzato. Ci siamo mangiati due occasioni per tanti motivi, ma ci siamo ripresi ed eccoci a festeggiare. I miracoli accadono e questo è stato un vero colpo di scena. Stiamo stati bravi a vincere contro il Como. L’obiettivo era quello e poi vedere cosa succedeva. Abbiamo sempre lavorato duro e questo è il giusto premio.

La Cremonese torna in Serie A. Quella di Gigi Simoni e del trio Florijančič, Dezotti, Tentoni è uno dei ricordi più belli del calcio di quand’ero ragazzino. Quella che nel 1993 vinse a Wembley la Coppa Anglo-Italiana contro il Derby County. Seconda squadra italiana di Club capace di espugnare quel Monumento dopo il Milan del 1963.

Ho ancora la sciarpa di quella Cremonese. So che adesso gli amici di Crema si arrabbieranno, ma sono molto felice.