In molti ricordano i Mondiali di Messico 1970 come i più belli della storia. Furono i primi a essere trasmessi in televisione, grazie al lancio del primo satellite geostazionario della storia. Telstar fu il nome scelto per quell’innovativo veicolo spaziale e fu anche il nome che adidas attribuì al pallone che, per la prima volta, realizzò appositamente per una competizione.
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L’epoca moderna del pallone da calcio nacque proprio in quel momento.
Serviva un pallone, infatti, che risaltasse immediatamente all’occhio sgranato delle telecamere dell’epoca. Si doveva notare anche in bianco e nero, mentre quello di cuoio si mimetizzava tra le varie sfumature del grigio televisivo.
Il Telstar – unione delle parole television e star – fu il primo pallone di sempre con i 12 pentagoni neri su fondo bianco. Lo stesso pallone venne riproposto anche durante l’edizione seguente, in Germania.

Fu la volta del Tango, per i Mondiali d’Argentina e Spagna. Il pallone che tutti ricordiamo lungo le spiagge pre-videogiochi.
Il bianco e il nero erano sempre presenti, ma Tango era composto da 12 pentagoni e 20 esagoni che disegnavano 12 cerchi uguali. Il calcio, proprio grazie alla televisione, diventò sempre più una passione globale, così, pallone e maglie, da semplici strumenti di gioco, si trasformarono in oggetti da collezione.
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Fu per questo che, pur mantenendo il bianco e il nero, adidas decise di ispirarsi all’arte azteca per il pallone di Messico ’86 e a quella etrusca per il pallone d’Italia ’90.
Il ritorno oltreoceano per USA ’94 riportò adidas nello spazio con Questra. Quest for the star, la ricerca delle stelle, dove stelle e pianeti decoravano gli spicchi neri come l’Universo più profondo. Un pallone di gran successo, replicato per l’Europeo, per le Olimpiadi e per la Liga del ’96, anche in versione colorata.

Sì, perché da Francia ’98 in poi, il colore campeggerà anche sul pallone del Mondiale.
L’impostazione è quella del Tango ma, l’ultimo pallone mondiale del secolo, avrà gli spicchi tricolore della nazione padrona di casa e campione del mondo.
Nel 2002, la FIFA portò tutti in Giappone e Corea. Fu una novità assoluta e così adidas abbandonò il classico Tango e progettò il Fevernova. Un pallone che su campo bianco delineava un triangolo grigio-oro-rosso ispirato allo shuriken, il dardo di forgia nipponica. Fu un pallone molto criticato. Il peso era cambiato, quindi era in grado di prendere traiettorie ai limiti delle leggi della fisica fin lì conosciuta e stravolta dalla punizione telecomandata di Ronaldinho.
Ve lo ricordate il pallone del Mondiale che ha visto sollevare la coppa al cielo da Cannavaro nell’ultimo Mondiale disputato dall’Italia?
Il pallone di quella finale fu, per la prima volta, differente da quello utilizzato durante tutta la competizione, anche se, in realtà, tutti i palloni di Germania 2006 furono dedicati a una specifica partita. Ogni Teamgeist – spirito di squadra, questo fu il nome scelto -, infatti, riportava i nomi delle squadre, il luogo e l’ora della partita per cui sarebbe stato utilizzato. Il Teamgesit Berlin fu quello studiato per Italia-Francia del 9 luglio 2006 all’Olympiastadion.

Il Mondiale della vuvuzela proseguì nella tradizione di questi ultimi due palloni.
A Sudafrica 2010, adidas presentò lo Jabulani – che significa festeggiare. Il pallone era sulla scia tecnica delle imprevedibili traiettorie del Fevernova. La sua variante Jo’bulani, contrazione che indica lo Johannesburg Jabulani, fu utilizzato per la finale. Il pallone era composto da otto pannelli termosaldati e predisposti in maniera sferica. La superficie presentava un motivo di 11 colori, a simboleggiare gli 11 calciatori di una squadra e le altrettante comunità sudafricane con le loro lingue.
In Brasile, adidas vestì il pallone di colori, per partecipare all’atmosfera di festa che anima, da sempre, il popolo di casa.
Furono proprio i brasiliani, non a caso, a scegliere il pallone tramite votazione popolare. Verde, blu e rosso su campo bianco, a simboleggiare i braccialetti portafortuna di moda in Brasile. Il Brazuca Final Rio, a questi colori aggiunse inserti dorati.

Eccoci in Russia, oggi non molto di moda. Nel 2018, adidas scelse di tornare al passato. Presentò il Telstar 18, il figlio in fantasia 8Bit di Telstar 1970. Il disegno, infatti, riproponeva una stampa metallica a effetto texturizzato. La vera novità era nella tecnologia.
Per Qatar 2022, adidas presenta il nuovo pallone Al Riha
Il 14° pallone consecutivo creato da adidas per la FIFA World Cup, è progettato per muoversi nell’aria più rapidamente di qualunque altro pallone della Coppa del Mondo; così da supportare la massima velocità di gioco.
Il gioco in campo si sta facendo sempre più veloce e man mano che si accelera, la precisione e la stabilità del pallone in volo acquisiscono un’importanza fondamentale. Il nuovo design permette alla palla di mantenere una velocità di gran lunga maggiore durante i tiri. Per il più atteso appuntamento globale del panorama sportivo, abbiamo deciso di rendere possibile l’impossibile con un’innovazione radicale, che ha dato vita al pallone della Coppa del Mondo più veloce e preciso della storia.
Franziska Loeffelmann, Design Director della divisione Football Graphics & Hardwear di adidas.
É stato progettato utilizzando i risultati di test rigorosi condotti nei laboratori adidas, nelle gallerie del vento e in campo. Al Rihla fornisce il massimo livello di precisione e affidabilità in partita, grazie anche alla forma innovativa dei pannelli e alla texture della superficie.

Al Rihla è, infatti, il primo pallone della Coppa del Mondo realizzato esclusivamente con inchiostri e colle a base d’acqua, per proteggere l’ambiente.
Il colore audace e brillante e la grafica stampata su uno sfondo perlescente riflettono la crescente velocità di gioco, che rivela l’intera gamma cromatica della palla, entusiasmando giocatori e tifosi di tutto il mondo, dalle squadre giovanili alle élite.
Al Rihla debutterà su un campo appositamente creato per l’evento di lancio e verrà poi trasportato e donato alla Challenge F.C. – prima squadra in assoluto a vincere il campionato di calcio femminile in Arabia Saudita. Destinato a diventare un’attrazione permanente a Riad, il nuovo pallone segnerà una svolta duratura per questo club, attualmente sprovvisto di un centro di allenamento fisso.

Il lancio in Qatar sarà l’inizio di un viaggio di possibilità, che condurrà Al Rihla in giro per il mondo per creare una serie di attivazioni mirate. Ogni iniziativa avrà lo scopo di migliorare l’accesso e la parità ai membri delle comunità calcistiche locali in luoghi come Dubai, Tokyo, Shanghai, Città del Messico, New York e molti altri ancora.
Convinti che lo sport appartenga a tutti, noi di adidas ci impegniamo attivamente per migliorare l’accesso e la parità nella comunità globale di calciatori. In quest’ottica, Al Rihla sosterrà nel suo viaggio intorno al mondo le squadre locali con attivazioni pensate per creare un impatto duraturo a qualunque livello.
Nick Craggs, General Manager della divisione Football di adidas

Con l’1% delle vendite nette destinate al movimento Common Goal, Al Rihla sarà il primo pallone nei 92 anni di storia della Coppa del Mondo a contribuire direttamente a una raccolta fondi in grado di influenzare positivamente la vita delle persone di tutto il mondo.