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Gli Oasis, una piscina e una Rolls-Royce

Chi, da ragazzo, non aveva il poster degli Oasis di Be Here Now nella stanza?
Nel 1997 se avevi più di 12 anni in qualsiasi nazione del mondo, i nuovi Beatles da Manchester erano ovunque.

Io personalmente a 10 anni, nel 1997, lo rubavo dalla libreria di mio fratello per portarlo a scuola, passavo più ore a guardare la cover e il suo interno che a studiare le regole grammaticali durante l’ora di italiano.

Quest’album ha un fascino che non molti dischi hanno.
La cover, infatti, è un’icona della musica, come i primi 4 album degli Oasis. Fin ora vi ho parlato della scena musicale di Liverpool, quella di New York, ma questa volta però ritorniamo a Manchester visto che ci siamo già stati con i Joy Division.

Oasis

Questo è stato il disco più atteso di tutta la storia della musica inglese.

Dopo il successo di Definitely Maybe e (What’s the Story) Morning Glory?, i fratelli Gallager e Band avevano avuto una sorta di blocco creativo a causa dell’eccessiva popolarità quasi beatlesiana, soprattutto dopo aver suonato Al Knebworth Park, nell’Hertfordshire davanti a 250.000 persone su 2.500.000 richieste di biglietti.

Quello che ne soffriva di più però era Noel, autore e scrittore di tutti i pezzi del gruppo, perché si ampliarono i numerosi conflitti all’interno della band, creando instabilità in ogni momento della giornata.

Alla fine la scintilla per creare i pezzi degli Oasis arrivò in vacanza con Johnny Depp e Kate Moss nella villa di Mick Jagger a Mustique.

Qui Noel, registrò più di 14 demo insieme al produttore Owen Morris, tra l’altro nel brano Fade In-Out è proprio Depp a suonare la chitarra e l’idea nacque semplicemente dopo una sbronza su una spiaggia dei Caraibi.

Come da prassi, una volta finito di registrare un disco arriva il momento della vestizione, ossia: la copertina. Nella loro storia hanno avuto più fotografi ma solo uno ha curato da
sempre l’immagine della loro musica e si tratta di Michael Spencer Jones.


Lui li ha già fotografati per il primo disco e per il secondo, compreso i singoli, con idee e set
creati in modo naturale e costruiti sull’immagine della band.
Rispetto ai suoi lavori con i The Verve, gli Oasis stranamente gli fanno gola, cioè gli danno uno stimolo in più nella posizione delle inquadrature.

Basti vedere lo scatto di Definitely Maybe, preciso nelle angolature e nell’altezza o come in (What’s the Story) Morning Glory? scatto perfetto come immagine di una cover album.

La copertina del primo disco degli Oasis è entrata nella storia della musica mondiale, perché ha creato una sorta di carta d’identità della band. Pensate che prima della loro prima esibizione live, che li avrebbe portati a essere scritturati dalla Creation Records, erano quasi stati mandati via.

Quindi perché non buttare una Rolls-Royce dentro una piscina?

La macchina arrivò nella Stocks House a Hertfordshire priva di motore ma, Michael temeva la possibilità di trovare troppe macchie d’olio in superficie una volta riempita la piscina. Fortunatamente questo non avvenne e la foto fu scattata nell’aprile del 1997. Bisognava aggiungere un particolare per rendere la foto ancora più iconica, ma cosa?? LA TARGA.

Quest’ultima è la stessa della macchina della polizia parcheggiata sulla destra nella copertina del disco dei The Beatles – Abbey Road.

Oasis
Oasis

L’angolazione scelta per lo scatto è perfetta, tutto è bilanciato nel modo giusto. Il colore della casa, che contrasta con il verde degli alberi e con il blu del cielo, e i cinque ragazzi attorno alla piscina non solo ne fecero una cover album incredibile ma anche un quadro musicale leggendario.

In origine la copertina doveva presentare 4 foto separate, in quattro ritagli con ogni membro della band.

Però per superare la problematica numerica della band, essendo 5, Liam doveva avere una posizione in ogni scatto.

Noel voleva essere fotografato su di un albero mentre suonava la chitarra, Alan White in un pub di est-est, Guigsy su una spiaggia di St. Lucia a rilassarsi e Bonehead voleva essere fotografato dentro una Rolls-Royce immersa in una piscina, come omaggio a Keith Moon, batterista dei The Who (altra storia da romanzo).

Da qui in poi partì l’idea per un solo scatto completo con la macchina nella piscina. Anche se questo disco rimane tra gli album più venduti in Inghilterra, per i fratelli Gallagher è stato il disco della discordia, ma poco importa perché resterà per sempre uno dei dischi più belli della storia del rock.