Era il 1° maggio del 1988. Napoli vs Milan. Stadio San Paolo, oggi intitolato a Maradona. Il Napoli di Diego contro il Milan di Arrigo Sacchi. Gullit, Van Basten e Virdis, Careca, el Diez capocannoniere di Serie A con 15 gol. L’anno prima fu Pietro Paolo con 17 reti, quello dopo Aldo Serena con 22 e ancora Van Basten con 19.
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Napoli vs Milan. Due scuole. Due filosofie.
Napoli vs Milan. Due scuole. Due filosofie. Il secondo iniziò la propria epopea berlusconiana quel pomeriggio; con Giampiero Galeazzi affannato in campo senza aver giocato. Il primo si sfasciò. Fu accusato, sin in seno allo spogliatoio, di essersi venduto lo Scudetto. Si ricostruì, subito pronto a contendere lo Scudetto all’Inter dei record; a sollevare una Coppa UEFA nel 1989 e a rivincere lo scudetto nel 1990, contro Milan e Inter. Fu poi la volta della Sampdoria di Vujadin Boškov, Vialli e Mancini, sfortunata finalista di Coppa dei Campioni. Che calcio che abbiamo visto! Che meraviglia!
La Guerra nei Balcani e lo sfascio dell’Unione Sovietica non lo intaccarono ancora per un decennio.
HIGHLIGHTS NAPOLI VS MILAN
L’apice, l’apoteosi, fu quel 2003 con Milan, Inter e Juventus in fondo alla Champions League: le più forti del mondo. Il 2006 come canto del cigno di un calcio ormai in metastasi.
Il Milan che si riprende la Champions League ad Atene e l’Inter del Triplete sono l’ultimo colpo di coda di un calcio agonizzante, invecchiato allo specchio. A compiacersi di come fossero affascinanti le rughe rispetto al viso liscio e pulito dei ragazzini spagnoli; o degli inglesi, con le gote rosse e il portafogli gonfio di ricchezze altrui. Dove vuoi che vadano quelli, non hanno la nostra esperienza.
Era vero, ma avevano i soldi e l’umiltà. L’umiltà è servita a osservare, a imparare e, dove possibile, a migliorare. I soldi li hanno saputi investire, mentre in Italia li hanno scialacquati. Sono arrivati degli oligarchi più ricchi dei nostri oligarchi e il giochino cominciato da Berlusconi si è rotto; aiutato da Parmalat e Cirio. É stata poi la volta di Francia e Germania, che si sono incipriate il naso tornando più fresche e attraenti dell’ormai avvizzita Vecchia Signora. L’ultimo baluardo di un Regno ormai decaduto è sempre l’armata del Re.
HIGHLIGHTS NAPOLI VS MILAN
Era il 6 marzo 2022. Napoli vs Milan. Stadio Maradona, un tempo San Paolo. Il Napoli di Luciano Spalletti contro il Milan di Stefano Pioli.
Osimhen, Zieliński, Insigne, Leão, Theo Hernández e Giroud. Napoli vs Milan. Due squadre ai vertici della classifica che giocano per il pareggio. Ingarbugliamenti tattici e noia mortale. Milan vs Napoli, partita scudetto, la decide un 35enne esiliato dal calcio che conta, per un episodio. In Gran Bretagna se le suonano fino al gong. Oggi è così.
Il più innovativo ed europeo degli allenatori italiani degli ultimi anni ha perso ancora contro il bollito portoghese che, in quel famoso 2003, vinse la Coppa UEFA con il Porto. Chiuse, poi, l’epica del calcio nostrano, nel 2010, con il Triplete dell’Inter.
Oggi, il bollito José Mourinho e Massimiliano Allegri, tanto detestato dagli storytellers, ci insegnano che nel calcio più vecchio d’Europa si vince ancora giocando il calcio più vecchio d’Italia. Più vecchio di quello di 34 anni fa, molto più vecchio.
Infatti, i nostri Big Match sono talmente privi di Big e di Match che si costruiscono sul non prenderle, sulla tattica esasperata; che se poi va di culo la portiamo a casa con l’episodio. Ciabattata di Calabria e gol di Giroud. Un calcio basato sugli episodi e sul VAR: polemiche, polemiche, polemiche. Altro non c’è da raccontare, almeno per questo week end.