Art-tourism, setting artistici

Avete mai desiderato di poter andare in un luogo che avete visto attraverso la cornice di un quadro? Senza le coordinate esatte il nostro art-tour ha vita breve, anche perchè in molti casi la reatà viene filtrata dagli occhi dell’artista rendendo molto difficoltoso riconoscere alcuni posti. Pensate, per esempio, alla Notte stellata di Van Gogh, la vista dalla stanza dell’ospedale psichiatrico nel quale si trovava in quel momento… Oggi faremo un piccolo viaggio virtuale e artistico rintracciando cinque setting artistici che sono stati ritratti in quadri famosi. L’art-tourism non consiste solamente nella visita di gallerie e musei a cielo aperto. La pratica abbraccia anche la visita di luoghi in cui vari artisti si sono trovati e si trovano a dipingere. Dalla più semplice visita delle loro dimore, punto di partenza della creazione artistica, passiamo alla più difficile (ma sicuramente più avventurosa) caccia a luoghi plein aire, setting artistici che hanno ispirato i loro lavori. Partiamo proprio dal sopra citato Van Gogh.

Terrazza del caffè la sera, Place du Forum, Vincent Van Gogh, 1888

Van Gogh visse nella regione di Arles tra il febbraio del 1888 e il maggio del 1889, realizzando varie opere che la ritraggono. In tutto i lavori ambientati in questa regione francese sono circa 300. Per quanto possibile, le autorità si sono preoccupate di segnalare con un cartello i setting in questione. Si tratta di un’iniziativa sicuramente molto apprezzata da chi pratica l’art-tourism. In questo caso l’artista ha catturato la vita notturna del Cafè La Nuit. Notiamo con grande piacere che i colori sono praticamente rimasti inalterati nonostante il passare del tempo.

Leggendo le lettere dell’artista alla sorella scopriamo che nell’esecuzione di quest’opera si rifece all’opera Bel-Ami di Guy de Maupassant. I caffè parigini, infatti, furono uno dei luoghi più vissuti e dipinti dagli artisti dell’Ottocento. C’era chi preferiva concentrarsi sulla fauna che li frequentava e chi, come Vincent si preoccupava della resa pittorica dell’angolo cielo stellato che vediamo nel dipinto.

Te lo dico perché l’inizio di Bel Ami contiene una descrizione di una notte illuminata di stelle a Parigi con i caffè vivacemente illuminati sul boulevard ed è pressapoco lo stesso soggetto che ho appena dipinto […]

Il Parlamento di Londra, Claude Monet, 1904

Ci spostiamo a Londra, dove troviamo un paesaggio ofuscato da una forte nebbia che comunque lascia emergere i colori del tramonto. Architettura, acqua e cielo diventano superfici di proiezione per un velo cromatico ondeggiante; concrete quanto la luce della nebbia. Questo impressionante quadro di Monet mostra una nebbia che diventerà una costante nella vita dell’artista a causa della cataratta della quale soffriva. Ammetto che anni fa mi chiesi se davvero fosse un’innovatore o semplicemente dipingesse quello che effettivamente vedeva…

Ciò che farò qui avrà almeno il merito di non rassomigliare a nulla, perché sarà l’impressione di ciò che avrò sentito, soltanto io.

L’urlo, Edvard Munch, 1893

«Camminavo lungo la strada con due amici – era il tramonto -, sentii come un soffro di malinconia. Tutto d’un tratto il cielo si trasformò in rosso sangue. Mi fermai, mi appoggiai alla staccionata stanco morto – vidi le nuvole fiammanti come sangue e simili a sciabole sopra il fiordo e la città nero pesto. I miei amici continuarono – io stavo lì, tremante di angoscia – e sentii come un grido forte, infinito che attraversava la natura». Così Munch descrisse l’esperienza provata prima di dipingere il famoso Urlo.

art-tourism
Art-tourism fotografico

Se state cercando uno dei setting artistici più ansiogeni della terra, sto per darvi le coordinate. Le parole riportate qui sopra furono scritte il 22 gennaio del 1892 proprio dall’artista nel suo diario personale. Munch non specificò mai quale fosse la strada su cui si trovava a camminare assieme ai suoi due amici, ma dalla descrizione è possibile identificarla. Si tratta della collina di Ekeberg, attraversata da una via dotata di parapetto (la “staccionata” a cui il pittore si appoggiò), e dalla quale è possibile godere di una bella vista su Oslo.

American Gothic, Grant Wood, 1930

Si tratta di uno dei quadri più famosi della storia, eppure quando Wood lo dipinse era totalmente sconosciuto. E fu proprio grazie a questa opera che Grant Wood vinse la Norman Wait Harris Bronze Medal. Insieme al premio vinse anche 300 dollari che gli permisero di iniziare la sua carriera come artista. Quella medaglia di bronzo segnò l’inizio di una delle storie più improbabili nella storia dell’arte. American Gothic ritrae una semplice coppia di agricoltori, ma venne sostenuta come il capostipite di un nuovo movimento artistico americano chiamato “Regionalismo”.

Nell’agosto del 1930, Grant Wood visitò la città di Eldon, nella parte meridionale dell’Iowa, quando trovò la casa che lo avrebbe reso famoso. Questa struttura è stata costruita nel 1880 in uno stile noto come Carpenter Gothic. Wood rimase molto colpito dalla sua compattezza, dal design forte e, in particolare, dalla finestra gotica posta nel frontone.

Una domenica pomeriggio sull’isola della Grande-Jatte, Georges Seurat, 1884–1886

Torniamo in Francia, un George Seurat che è appena stato congedato dall’esercito, decide di iniziare a dipingere un nuovo quadro. Il nuovo progetto assorbe tutte le sue energie e riesce a portarlo a termine soltanto nella primavera del 1886. Lo stesso anno lo mostra al grande pubblico al fianco delle creazioni dei pittori impressionisti, anche se il suo lavoro era qualcosa di diverso.

art-tourism

Seurat si è seduto in questo parco ed ha cominciato a realizzare un sacco di bozze di tutte le figure che gli interessavano; in seguito ci ha lavorato con attenzione fino a renderle perfette a suon di puntini. L’isola di La Grande Jatte si trova sulla Senna, a 7 km dalla Cattedrale di Notre Dame, ed è un rilassante rifugio dal centro urbano. Siamo giunti alla fine della nostra caccia ai setting artistici, anche se ce ne sarebbero molti altri da approfondire…