Derby

Derby: tra San Siro e Sanremo vince il Milan

Il Milan ha vinto il Festival di Sanremo, ribaltando il pronostico e l’andamento stesso del Derby di Milano, alla Alessandro Borghese. Brividi, brividi, brividi.

La presuntuosa Inter ha steccato due volte nello stesso lasso di tempo, lasciandosi sfuggire il meritato premio. La partita non c’è stata. Come Ibra, che senza Sanremo si sente ormai più perso che senza San Siro. Il Derby sarebbe dovuto finire tanto a poco, ma il calcio è così, soprattutto i Derby. Non sarebbe stato comunque un risultato decisivo, ma 10 punti ipotetici sarebbero stati troppi per tenere acceso l’interesse sulla Serie A.

Diciamolo: la vittoria del Derby da parte del Milan fa piacere a tutti. Compensa la sconfitta con polemica contro lo Spezia e rimette tutto in gioco. Certo non fa piacere a Inzaghi, per ovvie ragioni; né a Mourinho, che si è visto annullare il gol partita per un fallo a centrocampo molto simile a quello di Giroud su Sanchez.

Lo dico da inizio anno: se non si sceglie di definire un metro di valutazione univoco per falli simili, non si esce dalle polemiche neanche arbitrasse un robot. La mia soluzione sarebbe molto più semplice, in verità: accettare gli errori dell’arbitro come quelli dei calciatori e smetterla con le polemiche continue.

Come sostengo, sempre da inizio anno, sarà un Derby tra milanesi fino alla fine, con il Napoli post Coppa d’Africa e la nuova Juventus di Allegri favorite per gli altri posti che contano. La Vecchia Signora ha mostrato la nuova scintillante argenteria, ma il Conte Max aveva già rimesso in piedi la Juventus. I Bianconeri, da novembre, hanno fatto più punti di tutti, Inter a parte; i nuovi innesti faranno il resto. L’Atalanta, come ho scritto spesso, sta pagando lo scotto del primo anno da grande squadra. Non è facile gestire le pressioni e dover vincere ogni domenica. Gasperini all’Inter non iniziò neppure a farlo, se ben si ricorda, e per me rischia di essere la grande esclusa dal gruppo che conta.

Paga le polemiche intestine la Fiorentina. Non capirò mai perché Firenze si autodistrugga ogni volta. Dicono che contino la maglia e la città, poi si disperano per un calciatore che se ne va. Perso Vlahovic va ritrovata l’unione, serve un nuovo entusiasmo. Non sarà facile. L’allenatore è un fuoriclasse, la società investe, al netto di qualche errore fisiologico, mentre la piazza fa capricci immaturi, a mio avviso, vanificando tutto. La Laziodisarri vince, ma certo non mi convince. Purtroppo i Mister alla Sarri rappresentano esattamente tutto quello che non amo del calcio.

Tutto riaperto anche in fondo alla classifica, dopo il mercato di riparazione. Si vedrà chi avrà speso meglio e chi, al contrario, farà la fine dell’Ancona di Mario Jardel.